L’appuntamento di Giardini Letterari che ci accompagna alla primavera è dedicato a un ambito del gardening e della letteratura verde di cui finora Clara e io non vi abbiamo mai parlato: la permacultura.
Incuriosite, abbiamo letto La permacultura in ogni stagione di Guylaine Goulfier (Panda Edizioni) e raccolto la preziosa testimonianza di Francesca Viperli, amica e permacultrice: nell’articolo che segue cercheremo di spiegarvi al meglio in cosa consiste questa pratica.
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La permacultura in ogni stagione è un testo agile e colorato adatto a chiunque voglia avvicinarsi a questo metodo di coltivazione integrato che racchiude, in realtà, un mondo di conoscenze e applicazioni.
Il termine permacultura fu coniato negli anni ‘70 da Bill Mollison e David Holmgren, due agronomi e naturalisti australiani che insieme diedero sistematicità a un’insieme di pratiche agronomiche volte a concepire un ecosistema locale quanto più sostenibile e utile ai bisogni della natura in toto – fauna, flora e umanità.
La storia di questa parola è davvero interessante e racchiude in sé l’evoluzione di un percorso che, da strettamente agronomico, è diventato un approccio a tutto tondo: inizialmente definite permanent agriculture ovvero agricoltura permanente, le pratiche di coltivazione e integrazione della componente umana nella natura studiate da Mollison e Holmgren oggi sono dette permanent culture o permacultura.
E la chiave di volta per capire davvero il nucleo di questo sistema naturalistico e colturale sta proprio nel passaggio da coltura e cultura: come ci indica anche l’Accademia Italiana di Permacultura
una cultura umana non può sopravvivere a lungo senza la base di un’agricoltura sostenibile e una gestione etica della terra.
Ecco, allora, che con permacultura intendiamo quel sistema integrato di coltivazione, insediamento umano, rispetto della biodiversità e dell’equilibrio ambientale che ci circonda.
Partendo dalla progettazione di uno spazio coltivabile che abbiamo a disposizione possiamo non soltanto ricavare ciò che più ci soddisfa in maniera singolare – produzione agricola in senso stretto, frutti, ortaggi o piante ornamentali -, ma strutturare un eco-sistema che parte dall’elemento vegetale fino ad arrivare allo utilizzo etico e intelligente dei fenomeni atmosferici, alla drastica riduzione dello spreco alimentare, al rispetto condiviso di luoghi, flora e fauna.
Tra le pagine di La permacultura in ogni stagione l’autrice ci fornisce molti suggerimenti per affrontare globalmente le pratiche di gardening legate all’orto, al campo o al giardino che abbiamo a disposizione, la lavorazione dei prodotti, pratici tips di manutenzione, ricette e consigli per l’integrazione di plurimi elementi nel nostro percorso di cultura naturalistica permanente.
Ecco come Francesca ci racconta la sua esperienza di permacultrice:
Sono una libera professionista, consulente delle risorse umane e coach di carriera: ogni giorno accompagno persone e aziende nei momenti di cambiamento professionale per ritrovare benessere, armonia vita-lavoro, soddisfazione, crescita e centratura. Cosa ha a che fare tutto questo con la Permacultura? Per me tutto.
Mi sono avvicinata alla coltivazione della terra iniziando da un piccolo fazzoletto di orto più di 10 anni fa, quando io stessa stavo affrontando un momento importante di mal-essere professionale. Avvicinarmi alla cura della terra, che ai quei tempi era un piccolo orto di verdura ed erbe officinali, è stata una terapia profonda perché da quei semplici gesti quotidiani in realtà non solo nutrivo il mio benessere, ma stavo anche progettando un mio lento ritorno alle origini: il preludio di un cambiamento che ha coinvolto la coppia e la famiglia anni dopo. Ho frequentato diversi corsi e percorsi sul tema, sperimentandomi, fino a quando tra il 2020 e il 2021 ho scoperto la Permacultura grazie ad un corso intensivo sull’agricoltura sinergica in provincia di Vicenza.
È stato amore a prima vista: nei principi etici “Cura della Terra, Cura delle Persone e Cura del Futuro” ho ritrovato i miei tre valori, quelli che mi rispecchiano sia nel lavoro che nella vita privata. Mi sono sentita nel posto giusto al momento giusto della mia vita!
Nel frattempo in famiglia abbiamo realizzato il sogno di cambiare casa e acquistare un terreno, con frutteto e un ampio spazio per crescere i figli e sperimentare nella coltivazione e nello stile di vita. Ho quindi frequentato il PDC di 72h riconosciuto dall’Accademia italiana di Permacultura e in famiglia abbiamo iniziato ad applicare, nel nostro piccolo, i Principi di Holmgren tutti i giorni. Sono attaccati in cucina, come un piccolo memo!
La Permacultura è per me un costante stimolo nel progettare sistemi in armonia con le risorse naturali: che sia in un percorso coaching, in un progetto aziendale o nella coltivazione del nostro orto… Non cambia. Mi esorta a “lavorare con” piuttosto che a “lavorare contro” la natura, trasformando le avversità in forza e utilizzando ogni elemento in senso positivo.
Come ci descrive Francesca il percorso per diventare permacultori e avvicinarsi a questa pratica di coltivazione integrata può essere lungo e variabile, ma compiere i passi fondamentali con l’aiuto di una formazione più o meno specifica può aiutarci nell’evitare di incappare in errori, fornendoci una base utile da cui partire.
Possiamo approfondire con i libri – La permacultura in ogni stagione può senza dubbio darci una base e rispondere a qualche nostra domanda -, provando, sperimentando e anche formandoci con l’aiuto di naturalisti e agronomi esperti: il Corso di Progettazione in Permacultura offerto dall’Accademia Italiana di Permacultura, ad esempio, può essere una valida idea.
Fondamentale, poi, sarà l’intento e la modalità con cui decideremo di mettere in pratica il nostro adattamento locale di permacultura. Francesca, ad esempio, ha scelto come elemento basilare il coinvolgimento di tutti i membri della famiglia:
In famiglia la Permacultura è un faro per crescere i nostri piccoli nell’osservazione e nel rispetto dell’ecosistema che ci circonda, mettendo in discussione quello che è convenzionale per la società e riportando la nostra attenzione alla ciclicità e all’osservazione di Madre Terra, così perfetta e così delicata. C’è molto, anzi moltissimo da fare: non sempre è facile raccontare cos’è la Permacultura a livello tecnico a chi ce lo chiede, ma nel nostro sorriso traspare la gratitudine, il bellissimo gioco di squadra e di formazione continua.
La nostra “cura della terra” ci aiuta a soddisfare quasi tutto il fabbisogno di frutta e verdura in famiglia, a trasformare il raccolto in prodotti home made per il corpo e per la casa, riciclare e reinventare. Ogni anno ci impegniamo a investire su nuove tecniche e soluzioni, per quello che nel nostro piccolo possiamo. Nella cura della persona e quindi nel mio lavoro di consulente, la Permacultura è una guida, uno stimolo alla creazione di ambienti e sistemi armonici, di nutrimento per ogni persona che incontro sul cammino: nella cura del futuro sarà fondamentale la mia e nostra presa di posizione nel tutelare il domani dei nostri figli e di tutti coloro che su questa Terra saranno non solo ospiti, ma anche custodi.
Guylaine Goulfier, agronoma e naturalista francese, ci consegna con La permacultura in ogni stagione un manuale pratico e semplice da cui è possibile prendere molti spunti anche se il proprio metodo di coltivazione non aderisce pienamente ai principi della permacultura: è pur sempre utile sapere come fare una buona pacciamatura o un compost utilizzabile nel nostro giardino, oppure come invasare e conservare per l’inverno le verdure che l’orto in estate ci offre in abbondanza. Assolutamente consigliato!
Avevate mai sentito parlare di permacultura? Se sì, raccontatecelo nei commenti.
testo di Sara Valinotti, Blufiordaliso
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8 principi di permacultura da applicare facilmente nell’orto di casa
Tutti gli elementi del sistema sono in interazione reciproca
Le piante rampicanti trarranno beneficio dall’essere poste vicino ai tronchi, i quali potranno ospitare dei funghi. Si può valutare di predisporre alcuni tronchi inoculati con il micelio di funghi come lo shiitake, il fungo giapponese che fa bene alla salute.
Multifunzionalità: ogni elemento adempie a diverse funzioni e ogni funzione viene svolta da svariati elementi
I lombrichi si nutrono dei rifiuti organici della cucina e restituiscono un prezioso concime per le piante in vaso o in piena terra.
Utilizzo energetico razionale ed efficiente sotto tutti gli aspetti, lavoro con energie rinnovabili
Il calore irradiato da una parete, a patto che sia moderato, può favorire la crescita delle piante, proteggendole dal freddo e dal vento in inverno.
Sfruttamento di risorse naturali
Raccogliere l’acqua piovana per l’irrigazione delle piante dell’orto e del terrazzo con secchi, barili o cisterne apposite.
Utilizzo intensivo di sistemi in piccoli spazi
Meglio si riesce a sfruttare i vari piani, più massa verde può farsi largo anche in uno spazio ridotto, e una sistemazione delle piante in base all’altezza è quella che lo permette più di ogni altra. Vasi e contenitori a terra, sulle pareti, appesi al soffitto e alle grate possono permettere di coltivare una grande varietà di piante commestibili, dalle verdure annuali ai frutti come i mirtilli e le fragole.
Sfruttamento e coinvolgimento di processi e cicli naturali
I rifiuti organici della cucina e i macerati di bucce di frutta e ortaggi apportano nutrimento al terreno evitando così di acquistare i sacchi di terra.
Promozione e utilizzo di effetti margine (creazione di strutture dalla superficie poco estesa e altamente produttive)
A mezzo di graticci adeguati le piante possono espandersi ulteriormente formando un meraviglioso pergolato, che garantisce nel contempo un riparo dai raggi del sole e dagli sguardi indiscreti, nel caso degli orti in città.
Molteplicità invece di uniformità
Piantare in uno spazio ridotto piante diverse, purché non in concorrenza tra loro, favorisce la biodiversità. La consociazione delle piante può essere utilizzata per stimolare la crescita e la produttività, aumentare la resilienza ai parassiti e alle malattie, nascondere le piante o mascherare il loro odore in modo che siano più difficili da trovare per i parassiti, attrarre insetti benefici che fungono da impollinatori come le api, o attrarre insetti predatori dei parassiti come le coccinelle, le crisope e le sirfidi. Alcune piante, possono fungere da sentinelle: la rosa funge ad esempio funge da sentinella per le viti: se piantata in cima al filare, la rosa manifesta prima della vite l’attacco di parassiti, malattie e addirittura carenze di minerali.
testo di Clara Stevanato, La jeune botaniste
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Per approfondire:
Francesca Viperli è un’amica grande di Blufiordaliso: insieme abbiamo fatto una diretta Instagram dedicata a Lettura e Benessere e scritto un articolo con utili consigli di lettura e per il miglioramento del proprio empowerment basati sulla consapevolezza del proprio talento. Sul suo sito trovate i servizi che offre nella professione di formatrice e coach e il link per iscriversi alla sua sempre interessante newsletter. Grazie di cuore per aver condiviso con noi questo pezzo importante della tua vita… Verde!
Se l’argomento permacultura vi incuriosisce potete certamente trovare molte informazioni sul sito dell’Accademia Italiana di Permacultura, ente di riferimento per la certificazione, la formazione e la condivisione delle pratiche agronomiche e di ecosostenibilità basate sui principi di Mollison e Holmgren.
Per la rubrica Giardini Letterari Clara e io vi abbiamo scritto tempo fa di L’orto di un perdigiorno, stupendo libro di Pia Pera: anche attraverso questa lettura potete trovate un sacco di utili consigli, soprattutto per l’insediamento di un orto che rispetti l’ecosistema in cui viene creato.