Ogni tanto, cari bibliofili/bibliomani, occorre dare spazio anche ad altri argomenti, qui su Blufiordaliso.
Lo sapete, questo è uno spazio libero e creativo, che ospita spesso i miei pensieri libreschi, ma la vita – ahimè! – non è fatta di soli libri, purtroppo.
Appena archiviato un mese estivo strano e caldo come è stato questo Luglio 2020 arrivo quindi con un articolo che vuole essere una serie di tips, di consigli legati all’ambiente, riprendendo ciò che proprio in Luglio ha trovato la sua maggiore applicazione: il Plastic Free July.
L’omonima fondazione indipendente e no profit australiana ha lanciato questa sfida ormai undici anni fa: dedicare un intero mese all’informazione sulla prospettiva di vivere il più possibile senza plastica, adottando un sistema di economia circolare e soprattutto stando molto attenti ai nostri consumi.
La challenge è arrivata anche in Italia lo scorso anno, grazie a Rete Zero Waste che l’ha portata qui proponendo a sua volta parecchie soluzioni al problema dello spropositato consumo di plastica che ci affligge ormai da molto tempo.
Una vita plastic free è possibile
È ciò che dobbiamo ripeterci ogni giorno, mentre facciamo la spesa al supermercato, quando decidiamo cosa acquistare per la nostra beauty routine o se siamo alle prese con una complicata gestione dei rifiuti domestici.
Io ci ho pensato seriamente e mi sono resa conto di osservare già da tempo alcuni comportamenti plastic free – che semplicemente imputavo al buon senso personale! – e ho invece adottato recentemente altre abitudini con le quali, ammetto, mi sto trovando molto bene.
I consigli di Rete Zero Waste – un gruppo di donne di tutta Italia, che vivono anche all’estero e che danno suggerimenti e risorse per ridurre il proprio impatto ambientale nella società – mi sono stati molto utili: come dicono loro i grandi cambiamenti partono dai piccoli gesti.
Ecco ciò che ho sperimentato io e che sento di consigliare anche a voi.
Borsa di tela e borraccia sempre con me!
Da tanto tempo ho sempre con me, in borsa, un sacchetto di tela e quando vado al supermercato per la “spesa grossa” ne porto parecchi, grandi.
Sono tutte borse riutilizzabili, prevalentemente in cotone, alcune bellissime.
La mia passione per le shopper – soprattutto a tema letterario, lo ammetto! – è iniziata molti anni fa e continuo a collezionarle e usarle: ho la shopper nera e dorata di Holt, targata Nn Editore; diverse con citazioni e illustrazioni tratte da libri; quelle di innumerevoli librerie, tra cui la borsa qui ritratta della mia amata Shakespeare and Company di Parigi.
In questi giorni, poi, vado in giro con la borsa Einaudi blu dell’anno scorso, donata con l’acquisto di un paio di libri in promozione estiva e stasera finalmente la mia libraia di fiducia (ovvero Marta di Bufò, ormai la conoscete!) mi darà anche la fantastica borsa in tela di Iperborea della campagna estiva 2020: non vedo l’ora!
Le mie borse ospitano ogni giorno una borraccia in metallo: utile, riutilizzabile all’infinito, termica e che mi fa risparmiare un sacco di plastica.
In inverno ci metto la tisana calda; in estate l’acqua fresca: in ufficio come in montagna, è perfetta.
Ne ho una “storica” tutta azzurra e un po’ ammaccata, alla quale sono molto affezionata; una rosa donatami dalla mia amica Monica, mentre quella in foto è una borraccia Neavita limited edition che mi ha regalato la mia erborista del cuore, Daniela di Natura Amica.
Essenze in goccia e profumo di lavanda
Profumare la casa e la biancheria non è mai stato così bello.
Ho abolito totalmente i deodoranti in spray da un po’ e scoperto, così, di respirare molto meglio. Niente più profumazioni artificiali e artificiose e spazio a essenze naturali, che tollero molto meglio e che, effettivamente, riescono sempre nei loro intenti: eliminare l’odore di cucina, profumare la biancheria, vaporizzare aromi balsamici in inverno, allontanare le zanzare d’estate.
Nella foto ho messo tutti insieme i miei odori preferiti:
- la lavanda arriva dalle piante che ho in giardino e che, ogni anno, è un raccolto ricco e utilissimo: taglio gli steli verso la fine di giugno; li faccio essiccare per una settimana circa appesi a testa in giù in un luogo fresco e riparato; infine separo i fiori ormai secchi dagli steli e li metto dentro sacchettini colorati (riciclo quelli dei bijoux che mi capita di acquistare ai mercatini dell’artigianato). Utilizzo la lavanda per profumare cassetti e biancheria. Un sacchetto, poi, lo tengo sempre sul comodino e ogni tanto ravvivo il suo profumo con qualche goccia di olio essenziale: concilia i bei sogni.
- i bastoncini di palo santo sono un ottimo rimedio naturale contro le zanzare. Le sere d’estate è bellissimo sedersi in giardino e leggere un libro all’imbrunire, ma occorre munirsi di preziosi alleati per evitare ponfi come se piovesse. Li brucio poco alla volta: vanno accesi con cura perché devono “carbonizzare” e non bruciarsi come la legna del camino. Solo così l’olio essenziale si sprigiona nell’aria.
- in inverno mi piace fare due cose per vivere al meglio la casa: mettere delle gocce di olio essenziale all’arancia nei diffusori di ceramica appesi ai termosifoni e bruciare qualche striscia di aromi profumati per eliminare l’odore di cucina. Io amo molto la Carta Aromatica d’Eritrea e il Papier d’Arménie alla rosa. La prima è una carta aromatica officinale completamente naturale dalla storia affascinante: fu creata per la prima volta nel 1927 dal dottor Vittoriano Casanova, un farmacista di Piacenza appassionato di profumazioni esotiche, ed è prodotta da sempre con la medesima profumazione, negli ormai classici “libretti”. La storia del Papier d’Arménie è ancora più antica perché risale al 1885, anche se la profumazione Rose è stata creata come variante alla formulazione classica (ancora in commercio) soltanto nel 2009 dal profumiere franco-armeno Francis Kurkdjian.
Raccogliere l’estate in barattolo
L’orto e il giardino sono degli alleati pazzeschi, credetemi.
Io mi sono riappacificata con loro da non molto e i benefici che ne ricavo sono molti. Avere a disposizione un intero appezzamento di terreno, un piccolo terrazzo o semplicemente dei balconi non importa: nulla può impedirci di coltivare – in piena terra o in vaso – delle piante officinali e qualche fiore.
L’estate è il loro periodo di massimo splendore e noi possiamo fare un gesto tanto semplice quanto utile: raccoglierne i frutti e conservarli (in barattolo) per la stagione fredda.
Dal mio giardino di casa raccolgo lavanda, fiordalisi, rose, basilico e malva. Dall’orto di famiglia prendo salvia, origano, rosmarino, melissa, santoreggia.
Raccolgo tutto in piccoli mazzolini, quando la natura mi comunica attraverso i suoi profumi di essere pronta per donarsi a me. Li lego con dello spago e li metto a seccare a testa in giù in un luogo riparato. Dopo un paio di settimane sono pronti da invasare. Ne sbriciolo alcune foglie con le mani, altre le lascio intere. Tisane e aromi sono così pronti per l’inverno, dentro i loro barattoli in vetro riutilizzabili infinite volte.
A proposito di inverno
Parlarne ora, con 40° C all’ombra, forse può fare leggermente effetto, ma ogni stagione ha i suoi must e se adesso ci sembra di non riuscire a separarci dall’acqua e menta ghiacciata, le sere di novembre con una tazza di tisana calda in mano torneranno presto.
Io non consumo più tè e tisane in bustina da parecchio.
Preferisco di gran lunga le miscele sfuse, che posso acquistare in erboristeria in sacchetti di carta riutilizzabili o in barattoli di latta anch’essi sfruttabili in decine di modi diversi.
Utilizzare tè e tisane sfuse è molto semplice: anziché tuffare nella tazza o nella teiera la bustina (spesso fatta di un materiale non certificabile, con un punto metallico che a contatto con l’acqua non va proprio benissimo e sovente contenuta a sua volta in un involucro di plastica!) esistono dei pratici dosatori da riempire con un cucchiaino, lavabili e riutilizzabili tantissime volte.
Inutile dirvi che consumo litri e litri di tè e tisane ogni autunno/inverno/primavera (e non mancano i tè alla menta estivi, comunque) e i miei preferiti in assoluto sono l’Earl Grey Tea e la tisana Gioia di Vita di Neavita.
Beauty routine leggera
Limitare pazzescamente il consumo di plastica è un gesto molto semplice che possiamo compiere quotidianamente nei nostri rituali di beauty routine.
A ben pensarci, infatti, la maggior parte dei prodotti di igiene e cosmesi abitualmente utilizzati hanno contenitori in plastica: ingombranti, costosi, che non consentono mai di utilizzare completamente il prodotto che contengono.
Smettere di avere a che fare con la maggior parte di essi (se non tutti) è davvero facile.
Bagnoschiuma e saponi liquidi possono essere immediatamente sostituiti con le saponette.
È vero, alcune saponette sono confezionate con un involucro di plastica, ma molte altre no!
In foto vedete la fantastica saponetta al latte d’asina e zafferano di Edith Cosmesi, una scoperta recente, ma che ho subito amato: sulla pelle si trasforma in una delicata crema e passarsi la spugna non è mai stato così piacevole. Inoltre questi prodotti, naturali certificati, sono per me pressoché a km zero, essendo prodotti in Piemonte, a pochi passi da casa mia.
Questa saponetta ha un involucro di carta riciclabile, ma spesso acquisto direttamente in erboristeria le saponette tagliate sul momento: zero confezioni, praticità estrema.
Da quasi un anno sono passata allo shampoo solido e affido i miei capelli alle cure di ArtemideLab: i suoi shampoo – rosa canina, argan e frutti di bosco – sono rotondi e si utilizzano come gli shampoo liquidi. Basta strofinarli sui capelli bagnati nella quantità che desideriamo. Il loro involucro è di un materiale completamente biodegradabile, mentre l’etichetta si ricicla con la carta. Ogni shampoo solido basta per circa 60 lavaggi. Io mi trovo molto bene, soprattutto con quello alla rosa canina, che lascia anche un piacevolissimo profumo sui capelli asciutti.
Lo spazzolino in bamboo è un suggerimento avuto quasi contemporaneamente da due persone diverse: la mia erborista e Chiara di @chiara_sui_libri.
Sapevate che mediamente un essere umano consuma 320 spazzolini nel corso della vita? Tutti di plastica non riciclabile e altamente inquinante. L’ho scoperto grazie a questo articolo di Rete Zero Waste. Posso fare qualcosa io? Sì. Utilizzare uno spazzolino in bamboo: completamente compostabile e amico della natura (il bamboo è una pianta ad alta resa, che cresce facilmente e non comporta il disboscamento di intere foreste!).
Tutti i prodotti che vedete in foto li potete trovare anche da Daniela di Natura Amica, che mai smetterò di ringraziare per i suoi preziosi consigli.
Home (hand) made è meglio
Un piccolo discorso a parte in tema di beauty routine lo meritano i dischetti struccanti.
Ne consumavo molti, ogni giorno, di quelli usa e getta. Pratici, delicati, con l’acqua micellare o il latte detergente erano perfetti.
Già, quanti rifiuti però!
Allora ecco l’idea: fabbricare nuovi dischetti home (hand) made.
Con l’aiuto di mia mamma (è lei la vera sarta in famiglia!) adesso posso utilizzare dei dischetti struccanti fatti recuperando vecchi asciugamani in spugna, ormai non più così perfetti da mettere in bagno, e ritagli di stoffe vari in cotone.
Più grandi di quelli usa e getta, lavabili e riutilizzabili più e più volte.
Zero rifiuti, materiali recuperati, niente confezioni di plastica.
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I passi da compiere per una vita più sostenibile e plastic free possono essere ancora molti (dai detersivi alla spina, che sperimento da un po’ con soddisfazione, alla spesa sfusa), ma questi mi sembrano un buon inizio e dei passi davvero semplici da suggerire anche agli altri.
E voi, quale di questi consigli applicate già o vi sentire di provare?