Nelle fiabe le streghe portano sempre ridicoli cappelli neri e neri mantelli, e volano a cavallo delle scope.
Ma questa non è una fiaba: è delle STREGHE VERE che parleremo.
Ci sono alcune cose importanti che dovete sapere, sul loro conto; perciò aprite bene le orecchie e cercate di non dimenticare quel che vi dirò.
Questo è uno degli incipit che preferisco. Quando leggo una storia lunga a dei bambini di 7-8 anni Le streghe di Roald Dahl colpisce subito.
Era uno dei miei libri preferiti, quando studiavamo con la maestra Elvira, alle elementari. Lei ci consigliava tanti libri e i testi di Roald Dahl erano in cima alla classifica. Harry Potter e il suo magico mondo non si erano ancora materializzati e noi consumavamo Gl’istrici Salani e tutti i colori de Il Battello a Vapore disponibili nella piccola biblioteca di classe che avevamo creato.
La nonna sul melo di Mira Lobe; Matilde, Il GGG, La fabbrica di cioccolato e Gli sporcelli di Roald Dahl; La matita di Rosalia di Antón Cortizas; La piccola Lady Jane di Cecilia V. Jamison.
Alcuni di questi romanzi sono letti anche dai bambini del 2017, validamente coadiuvati da Harry Potter e da albi illustrati magnifici.
Altri rimarranno sempre nei nostri ricordi d’infanzia e li suggeriremo a figli, nipoti, cugini e a tutti i bambini che incontreremo durante i nostri percorsi professionali.
Leggeremo per loro, quando non saranno ancora capaci di farlo, durante le ore di comprensione del testo in classe, prima della buonanotte e in assolati pomeriggi di doposcuola.
Anche questo è un modo di condividere una lettura. Un modo particolare, che è un dare sconfinato e un ricevere sorprese sempre diverse. Arricchisce noi adulti perché riavvolge il nostro nastro dei ricordi, ci riporta alla genuinità e ci rende orgogliosi degli strumenti che possiamo donare loro, della responsabilità di insegnare qualcosa.
E quando vediamo i loro occhi luminosi, lo stupore, il corpo immobile, concentrato sull’ascolto, capiamo di avercela fatta, con un incantesimo che non smette mai di funzionare: la lettura.
Questa è lettura ad alta voce. Quindi l’intonazione, il ritmo, le pause, le illustrazioni mostrate al momento giusto sono fondamentali. Fanno parte di ciò che possiamo donare, insegnare, trasmettere.
La trattazione sulla lettura ad alta voce è vastissima e leggere ad alta voce è qualcosa che bisogna imparare a fare bene. Anche per gestire le conseguenze che leggere una storia ad alta voce ha su di noi.
Possiamo essere insegnanti, educatori, genitori, nonni, baby sitter: al termine di ogni lettura ci sentiremo sempre un po’ svuotati, più o meno esausti e, talvolta, malinconici.
E’ il condividere una storia ricevendo in cambio qualcosa che, spesso, non ha nulla a che fare con altre storie, libri e autori.
E’ una condivisione a cui bisogna abituarsi e alla quale dovremmo sempre affiancare un altro modo di condividere le storie. Quello del prossimo post.