Si chiude il 2017: un anno pieno di cambiamenti, di evoluzioni e di cose nuove. Sul web iniziano a comparire le classifiche dei libri che hanno fatto di questi 365 giorni un anno ricco di nuove uscite editoriali. Grandi nomi, titoli che già da soli valgono un premio, copertine che sono un inno alla creatività.
Parallelamente, però, l’Istat ha appena pubblicato il rapporto sulla lettura in Italia. E i dati non sono molto confortanti. Gli italiani che leggono almeno un libro l’anno sono meno della metà della popolazione nazionale. Parliamo di lettori dai 6 anni in su, quindi di tutti coloro che sanno leggere.
È un peccato, davvero. Avere a disposizione così tanta letteratura e non approfittarne.
Leggere è una delle attività più difficili per la mente dell’uomo, lo dimostrano studi medico-scientifici importanti. Proprio per questo dà grandi soddisfazioni. E fornisce anche un aiuto sociale importante: se la lettura rimane una pratica da svolgersi pressoché in solitudine, il mondo dei libri e della condivisione di storie, invece, sono tutt’altro che attività solitarie. Senza parlare degli scopi terapeutici per cui la lettura è applicata e per i quali è riconosciuta come un elemento fondamentale.
Io posso dire che la lettura è una immensa certezza: i libri ci sono sempre, la lettura è sempre con me. È questo l’aspetto realmente importante, poiché la presenza totale in una vita significa ogni giorno, in ogni momento, triste o felice. Si tratta di un rifugio? Di una coperta di Linus per adulti piccini? Non credo. È quotidianità, vita vera di tutti i giorni. Proprio per questo mi dà più sicurezza.
I libri che hanno accompagnato le mie giornate, durante tutto questo anno, sono stati molti, anche se il ricordo delle estati dell’adolescenza e di infinito tempo per leggere rimane sempre vivo nel mio cuore con grande, grandissima nostalgia.
Si tratta di nuove uscite e di tascabili; di classici e di albi illustrati; di fiction e non fiction; di attesissime novità del 2017 e di riletture di libri di qualche anno fa.
E ora, partiamo con la lista.
Narrativa italiana
Ammaniti – Io non ho paura
Baricco – Tre volte all’alba
Fallaci – Lettera a un bambino mai nato
Fenoglio – I ventitré giorni della città di Alba (rilettura)
Fenoglio – La paga del sabato (rilettura)
Longo – Ballata di un amore italiano
Manfredi – Un buon posto dove stare
Mari – Tu, sanguinosa infanzia
Rea – Il sorriso di don Giovanni
Saviano – Bacio feroce
Tesio – Dodici ricordi e un segreto
Tesio – La verità, vi spiego, sull’amore
Vinci – Parla, mia paura
Narrativa straniera
Adichie – Quella cosa intorno al collo
Azzedine – La Mecca-Phuket
Cisneros – Fosso della strillona
Ernaux – Gli anni
Ernaux – L’altra figlia
Ernaux – Memoria di ragazza
Fitzgerald – L’ultima volta che vidi Parigi
Guène – Un uomo non piange mai
Kristof – Trilogia della città di K
Marai – Le braci
Mastretta – Donne dagli occhi grandi
McCarty – La strada
Munro – Danza delle ombre felici
Pintado – L’angolo del mondo
Rowling – Animali fantastici e dove trovarli (screenplay originale)
Strout – Mi chiamo Lucy Barton (rilettura)
Strout – Tutto è possibile
Vercors – Il silenzio del mare
Non fiction
Adichie – Cara Ijeawele
Adichie – Dovremmo essere tutti femministi
De Gregorio – Cosa pensano le ragazze
De Paolis (a cura di) – Pensiero madre
Farkas – Famiglie
Woolf – Una stanza tutta per sé (rilettura)
Storie delle buonanotte per bambine ribelli
Rad Women Worldwide
Albi illustrati e letteratura per l’infanzia
Calì-Barengo – Un giorno, senza un perché
Calì-Barengo – Polline
Capriolo – Partigiano Rita
Friedman-Pieropan – Ai tempi di Degas
Liao – Incontri disincontri
Naia-Rossetti – Briciole
Silei-Quarello – L’autobus di Rosa
Teller – Immagina di essere in guerra
Twain – Consigli alle bambine
Ecco qui. Siamo più o meno a una cinquantina di titoli. Ce ne sono stati altri, ma se non figurano in questa lista significa che non li ho terminati oppure che non li ricordo proprio e, se li ho rimossi, un motivo ci sarà.
Tra i titoli che ho elencato ci sono anche quelli che si sono meritati un posto nello scaffale d’onore, quello dei libri più belli.
Il sorriso di don Giovanni di Ermanno Rea è stata una scoperta tanto felice quanto inaspettata. Tascabile dalla copertina affascinante, mi è capitato tra le mani in una domenica pomeriggio con annesso calo di tensione, dopo un intenso fine settimana di formazione. Gli scaffali della libreria, i dorsi dei libri allineati con precisione, l’odore di carta e inchiostro mischiato a quello del caffè del dopopranzo hanno un solo effetto su di me: mollare gli ormeggi e trovarsi in vacanza nel posto più bello che si possa immaginare. Un po’ come capita ad Adele, la protagonista, che fa della lettura la sua missione e arriva a creare un luogo unico. In questo romanzo ho trovato delle conferme: l’amore resterà sempre il sentimento più importante; con i personaggi dei libri è possibile parlare; la sensualità e la passione vanno di pari passo; insegnare e trasmettere l’importanza della lettura è bellissimo.
Immagina di essere in guerra di Janne Teller è un piccolo libro formato passaporto. Proprio così: il titolo è scritto a caratteri dorati e lo sfondo è il colore di un documento personale tanto importante quanto agognato, da moltissime persone e sempre, oggi più che mai. L’autrice, coadiuvata da meravigliose illustrazioni, ci pone davanti a una realtà a cui non pensiamo mai. Se fossimo noi, gli italiani, a essere quelli che fuggono in un altro Paese? Alle prese con odio, razzismo, povertà, restrizioni, dolore, nostalgia, una lingua molto distante dalla nostra, documenti che non arrivano. Proprio così. Poche pagine, intense e dirette. Che tutti dovremmo leggere.
L’altra figlia e Memoria di ragazza fanno bissare Annie Ernaux, che si appropria di ben due posti sullo scaffale magico. Ogni volta che penso a questi due libri sento addosso tutta la loro verità, la loro sincerità densa. Hanno una sacralità che soltanto un enorme lavoro su se stessi può restituire alla carta le parole che Annie Ernaux usa per descriversi e per descrivere la sua famiglia. Ci parla di tutto ciò che di più caro può avere una persona che è, allo stesso tempo, anche la fonte di odio e di tristezza più grande. Dopo aver letto questi due libri sono una donna diversa. Un po’ più consapevole di me stessa. E sempre più sorpresa dal suo storytelling: un modo di raccontare diverso da tutti, unico.
Annie Ernaux è pubblicata in Italia da L’Orma Editore, e qui arriviamo alle nuove case editrici scoperte quest’anno. Sono grata a L’Orma Editore e a Lorenzo Flabbi per aver tradotto e portato in Italia Annie Ernaux. A pensarci bene, fa un certo effetto andare a Parigi e vedere tutti i libri di questa autrice (parecchi) in fila sugli scaffali, in edizione tascabile a pochi euro. La migliore delle notizie per il mio portafogli e per la possibilità di miglioramento del mio francese, ma l’orgoglio di lettrice ne è rimasto un po’ sbattuto: vorrei vederla sempre svettante in cima alle pile dei più venduti, dei primi in classifica, sia in Italia che in Francia, con tutte le copertine maestose e le rilegature necessarie a darle tutta la regalità che si merita. E, sotto quest’ultimo aspetto, devo dire che L’Orma Editore ha fatto davvero un ottimo lavoro. I suoi libri (anche i non-Annie-Ernaux, naturalmente) sono degli oggetti veramente belli, che i bibliomani amano tenere tra le mani.
Il secondo editore che ho scoperto nel 2017 – durante il Salone del Libro di Torino, per la precisione – è l’Editrice Il Sirente. Il loro stand era zeppo di pubblicazioni, anche queste tutti ottimi pezzi, adatte a soddisfare i piaceri di bibliofili e bibliomani. Mi sono appassionata alla collana Altriarabi Migrante e ho molto apprezzato La Mecca-Phuket di Saphia Azzedine e Un uomo non piange mai di Faïza Guène. Si tratta di due autrici francesi di origini rispettivamente marocchina e algerina. Due giovani donne che si stanno facendo spazio – loro e molti altri – nel panorama della letteratura francese come voci del patrimonio migratorio di seconda generazione, alle prese con seri problemi e ottimi romanzi. La Francia è, ancora una volta, un passo avanti a noi: pubblicare le loro opere in Italia è un grande segno di avanguardia e di osservazione reale del nostro mondo. La letteratura migrante di seconda generazione lì è già realtà. In Italia sarà la realtà dei prossimi anni.
Concluderò il mio 2017 con una lettura in corso (e come potrebbe essere altrimenti?): Lo straordinario viaggio di Edward Tulane di Kate DiCamillo. Avevo bisogno di un pizzico di fiaba. Di qualcosa di fuori dall’ordinario, per sganciare (almeno durante la lettura…) la mente dalle incombenze che chiudono un anno e immediatamente ne riaprono un altro.
Quest’anno è stato ricco di letture: so per certo che anche il 2018 lo sarà. E l’unico augurio che posso lasciare a tutti i lettori del pianeta è che lo sia anche per loro.