Pochi giorni fa, in libreria, i miei occhi sono stati attratti da un albo.
In copertina c’è il tronco di un albero, con i suoi rami fioriti.
Sembrano fiori di ciliegio, dal colore lieve eppure deciso che varia dal rosa allo scarlatto. Tra i fiori ci sono uno scoiattolo, dei passerotti che si dondolano e una bambina.
Sì, deve trattarsi proprio di fiori di ciliegio, visto che la bambina stringe tra le dita proprio un succoso frutto rosso, dello stesso colore dei fiorellini che disegnano anche il suo vestito.
Mi sono innamorata all’istante di questa immagine.
Forse perché aggancia il mio inconscio e mi fa ripensare agli inizi estate di qualche anno addietro, ai salti per arrivare ai rami più bassi di un ciliegio che sta lì da sempre.
O forse perché i petali di tutti questi fiori riempiono la pagina con una ricchezza certa, sicura. Ecco, questi fiori trasmettono il senso di sicurezza che almeno una volta, da bambini, ci è capitato di sentire. Quella sensazione di abbraccio globale, costante, che dava un senso a tutto quanto.
Solo dopo, me ne rendo conto ora, i miei occhi si sono spostati sul titolo: Le cose della vita.
L’ho aperto e ho accarezzato le sue pagine, le illustrazioni, i tratti delle parole.
Con immenso rispetto e con la delicatezza protettiva che si usa quando si accarezza un neonato.
Ogni angolo della pagina è colorato, disegnato, scritto e anche quando stai osservando un pezzetto di cielo non hai la percezione del vuoto.
Le illustrazioni sono eleganti, dal tratto preciso, a volte paiono fotografie.
L’autrice di questo albo è Tine Mortier. L’illustratrice è Kaatje Vermeire. Grazie a Kite Edizioni e a un imprescindibile lavoro di traduzione Le cose della vita è arrivato anche Italia, dal Belgio, sua terra natia.
La protagonista della storia è Maia, bambina dal cuore d’oro che nacque sotto un albero di ciliegio. Sua madre era seduta su una sedia di vimini e stava leggendo un libro così avvincente che neppure si accorse che lei stava nascendo.
Ma Maia, chiaramente, fa di testa sua e capita in un mondo strano e bellissimo, che vive giorno per giorno con la compagnia della nonna, la sua migliore amica.
Un giorno la nonna si ammala: si è inciampata, dicono a Maia.
Da quel momento sta a letto, immobile, e nessuno capisce le sue parole, che le escono mal pronunciate da una bocca un po’ storta.
Maia non la lascia mai, la loro amicizia continua instancabile e non le interessano le infermiere che si arrabbiano se lei disegna sui muri della camera dove la nonna rimane sdraiata tutto il giorno.
Poi succede una cosa inaspettata: il nonno muore.
La madre di Maia è occupata da mille faccende e la nonna comincia a piangere, silenziosamente e senza smettere. Maia asciuga le lacrime, che tutte insieme fanno un mare, sul pavimento.
Non la lascia mai, la nonna.
La accompagna anche dal nonno, per salutarlo.
Sa che è giusto così. La nonna lo vuole e pazienza se le infermiere scuotono ancora la testa.
Maia continua per la sua strada, conduce sicura la nonna. Insieme fanno un percorso di vita importantissimo: non si mancano per nemmeno un istante e non mancano nemmeno a chi non c’è più.
Ci sono. L’una per l’altra ed entrambe per chi le ha amate.
Questo, secondo me, è il vero messaggio della storia.
Ci sono i temi della malattia e della morte, sicuramente.
Due argomenti difficili da affrontare a qualsiasi età: questo albo viene consigliato dai 15 anni. Si tratta di una storia disegnata per i grandi. Per i più piccini forse il contenuto è tanto, sia per essere ascoltato sia per essere letto loro dagli adulti.
Perché, in fondo, non si è mai cresciuti abbastanza per queste parti della vita.
Ma, soprattutto, c’è una cosa che i grandi dimenticano facilmente: che si può essere come Maia. Che si può provare un amore unico e universale per le persone veramente importanti e che il contenuto è sempre più importante del contenitore.
Le cose della vita – Tine Mortier, Kaatje Vermeire – Kite Edizioni – 32 pagine a colori – dai 15 anni – data di uscita: ottobre 2017