I colori del fiordaliso
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Una luce selvatica

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A volte vedo il mondo tutto grigio: sembra che nulla vada per il verso giusto, che io non riesca mai a raggiungere i miei obiettivi e che le persone intorno a me siano troppo distanti.

Poi, all’improvviso accade che una piccola luce arrivi a rischiarare una giornata triste e uggiosa e io, a poco a poco, riacquisisco di nuovo fiducia negli altri e nel percorso che anche io posso costruire.

Oggi vi racconto di una di queste luci, di una persona incontrata per caso nel magico universo dell’Instagram e con la quale, nell’arco di pochissimi giorni e di qualche messaggio, si è da subito instaurato un bel rapporto, di quelli che sanno darmi la conferma che per intendersi basta davvero poco se si crea empatia.

In cerca di qualche regalino per la Pasqua trovo su Instagram il profilo @selvaticadinatura: il nome mi incuriosisce, le foto sono accattivanti. Scrivo un dm e chiedo informazioni sui saponi che vedo. Dall’altra parte dello schermo trovo Alice e lì comincia la nostra conoscenza.

Ci scambiamo qualche messaggio, le chiedo dei saponi che mi interessano e aspetto il loro arrivo: hanno i nomi del mondo, delle città che Alice ha visitato e in cui ha vissuto fin da bambina. Helsinki, Tunisi, Siviglia. Taormina, Sidney, Santorini. Mi innamoro di Aleppo, di Damasco, delle forme piccole e grandi che Alice ha scelto per le sue creazioni.

Ogni sapone è interamente naturale e realizzato artigianalmente da lei. Ciascuna forma contiene olii essenziali, pazienza e dedizione perché è realizzata con calma e con l’approccio della passione: la sua non è un’attività commerciale, bensì un modo di impegnare il suo tempo libero che la rende felice e rende felici anche gli altri come me.

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La manualità e la creatività che Alice ha avuto sin da bambina da qualche mese a questa parte si trasforma in saponi, shampoo solidi e sali da bagno senza coloranti artificiali o conservanti, completamente vegani ed eco friendly: possono venire con noi quando vogliamo viaggiare leggeri o tenerci compagnia a casa, tranquillamente, durante le nostre beauty routine che devono necessariamente essere sempre più sostenibili.

La sostenibilità è un elemento chiave per Alice:

Così è nata Selvatica di Natura, una maniera di esprimere il mio amore per la natura cercando di valorizzare i doni che la pachamama (la madre terra) ci offre, usati come ingredienti per saponi naturali che realizzo a mano. L’animale totem e logo di Selvatica di Natura è l’aguará-guazú, canide silvestre tipico della pampa argentina e della regione orientale paraguaiana che si trova in pericolo di estinzione.

L’attenzione per la natura e per la sua salvaguardia, insieme all’amore per il Sudamerica, non sono soltanto passioni per Alice, bensì anche il suo lavoro.

Selvatica di Natura, nella vita professionale è infatti una biologa ed ecologa che si occupa prioritariamente di agricoltura sostenibile in ambiti vulnerabili.

Dopo un lungo percorso di studio, ricerca e approfondimento in Argentina, adesso segue dall’Italia un progetto molto importante: portare la tecnologia laddove ce n’è più bisogno per migliorare la vita di tutti combattendo la povertà nel totale rispetto dell’ambiente e dei ritmi della natura. I destinatari del lavoro di Alice sono donne e uomini a cui viene offerta la possibilità di conoscere e imparare una forma di agricoltura sostenibile per la coltivazione di orti agroecologici: un gioco da tavolo e una app, Kokue, rendono più semplice e accessibile l’apprendimento delle tecniche e degli strumenti per la coltivazione di frutta e verdura.

Un impegno per la natura a 360°, quello di Alice, che ha immediatamente catturato la mia attenzione: in lei ho visto la cura e l’attenzione, il rispetto per ciò che la natura sa darci, la profonda vicinanza a ciò che piante e fiori possono donarci in termini di benessere.

Per questo, probabilmente, siamo entrate immediatamente in sintonia.

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Poi accade che Alice scopra Blufiordaliso, curiosi sul blog e un giorno mi dica: io sono aperta a ogni nuova idea, perché non pensiamo insieme a un sapone con il fiordaliso?

I miei occhi, quando ho letto il suo messaggio, si sono trasformati in due cuori, proprio come la celebre emoticon. Il fiordaliso, mio grande amore, trasformato in un sapone da una persona che ne ha pieno rispetto.

Inutile dirvi che ho desiderato quel sapone fatto per me fin dal primo istante e il debito di riconoscenza che ho nei confronti di Alice è enorme: in un solo pomeriggio questa prodigiosa donna è andata in erboristeria, ha posato gli occhi proprio sul sacchetto blu sgargiante di petali di fiordaliso e si è preparata per dare vita al “nostro” sapone.

Ho preparato un decotto con i fiori di fiordaliso per estrarne i principi attivi. La base è di olio d’oliva, olio di cocco e olio di mandorle, tra gli olii più pregiati per idratare e rendere morbida la pelle.

Mancava l’olio essenziale da abbinarci e, dopo un confronto, abbiamo optato per l’olio essenziale di camomilla: il fiordaliso, così come la camomilla, ha proprietà lenitive e calmanti e molto spesso viene utilizzato come collirio, ad esempio, per alleviare bruciori e irritazioni agli occhi. Proprio questa importante caratteristica che fiordaliso e camomilla hanno in comune ci ha fatto propendere per il loro utilizzo insieme.

È nato così Parigi, il sapone che Selvatica di Natura ha realizzato in collaborazione con Blufiordaliso: ebbene sì, Alice mi ha lasciato carta bianca per la scelta della città e io non ho potuto che scegliere Parigi, il mio posto, il mio pezzo di cuore oltralpe.

In questo sapone c’è racchiuso buona parte del mio mondo, del mio essere: il fiordaliso, fiore che amo e a cui ho scelto di dedicare la mia attività di promozione culturale online, con il blog e i canali social collegati, e Parigi, la città dove scappo ogni volta che posso, quell’intricato reticolo di grandi boulevard e strette viuzze che mi ha rapito l’anima sin dal primo istante, ormai parecchi anni fa.

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Sembrerebbe rimangano fuori “soltanto” i libri, altro elemento essenziale (se non l’Elemento per eccellenza,) della mia vita, ma anche in questo caso vi dico che non è così: Alice è una grande lettrice e in occasione della pubblicazione di questo articolo lascia a voi lettrici e lettori di Blufiordaliso le sue 7 letture del cuore:

Armi, acciaio e malattie. Breve storia degli ultimi tredicimila anni di Jared Diamond (Einaudi)

Donne che corrono coi lupi di Clarissa Pinkola Estés (Sperling & Kupfer)

Un indovino mi disse e Un altro giro di giostra di Tiziano Terzani (TeaDue)

La nazione delle piante di Stefano Mancuso (Laterza)

La bastarda di Istanbul di Elif Shafak (Bur Rizzoli)

La casa della moschea di Kader Abdolah (Iperborea)

Alice ha viaggiato tanto, sapendo imparare da ogni posto del mondo in cui è stata il rispetto per la natura e per la vera essenza di ciò che ci contraddistingue su questa Terra, ovvero la possibilità di utilizzare il nostro sapere per costruire qualcosa di importante, di giusto, di equo nei confronti degli altri e dell’ambiente.

Incontrarla è stato uno di quei momenti rari e speciali che capitano davvero poche volte nel corso della vita. Una di quelle luci di cui vi parlavo all’inizio, senza le quali sarei perduta in un vortice di giornate fatte soltanto di grigio.

Da oggi posso utilizzare Parigi, dopo il periodo di stagionatura che tutti i saponi richiedono, e ne sono emozionata come poche altre volte mi è capitato: ho una cosa realizzata interamente per me, con il fiordaliso e che ha il nome di una città che amo.

Questo è il racconto di una luce incontrata per caso e ho deciso di scriverlo per tutt* noi, affinché possiamo ricordarci ogni giorno che le piccole cose rischiarano la vita, che incontrare esseri umani empatici anche dall’altra parte di uno schermo e su un social è ancora possibile e che i sogni, qualche volta, si realizzano.

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