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Alla ricerca di un nodo

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Emily, seduta davanti alla finestra della sua camera, osserva fuori.

L’inverno sta per arrivare, è una giornata dal cielo chiuso, freddo.

Qualche foglia cade dai grandi alberi in giardino, davanti a lei. Lente si appoggiano sulla terra nera, smossa dai lombrichi e dal vento, dalle passeggiate timide che ormai raramente lei osa fare.

Sente un rumore, proviene dal piano di sotto: probabilmente Vinnie sta preparando il pranzo.

Emily distoglie lo sguardo dall’esterno e torna alle pareti che la circondano, così familiari, con quella carta da parati piena di fiori che le è sempre piaciuta. 

Sull’abito bianco indossa una maglia di lana spessa, grigia. È morbida, le piace accarezzarla.

I nodi che ogni tanto escono dalla trama fitta non sono più l’effetto della mancata dedizione ai ferri, ma le nocche delle dita di una mano che da troppo non stringe.

Parole infuocate le volteggiano dentro, ma è il tempo a osteggiarla. Quello passato, lontano e molesto, nostalgico, terribile; il presente inafferrabile e il futuro che ha il fiato corto e il presagio di un lieto fine che non verrà.

Dovrebbe quietarsi e scrivere, invece, un Alleluia ai giorni di passione che ha visto. Al sole e al cotone leggiadro dei vestiti durante le passeggiate nel bosco. 

Eppure i fantasmi di chi non è lì con lei – troppe volte ha dovuto lasciar andare mani preziose – le  costringono i pensieri in un’unica direzione.

Affrontare tutto ciò che là fuori riempie il mondo è una fatica che non sa più fare, talmente impegnativo è il vortice che tra le mura della sua stanza e nel suo cuore la costringe a restare proprio lì dov’è, gli occhi socchiusi a cogliere ogni particolare.

La tazza di tè che tiene in mano si è freddata, il piattino traballante appoggiato sulle gambe.

Un po’ del vento che in giardino si insinua tra le foglie e le fa cadere è arrivato fin lì. Ma non è sferzante, è una carrozza che le accompagna al suolo in una danza dal brillio dorato, pigmento a ricordare l’estate passata.

È quel giallo sfumato di rosso e marrone che ancora le rimane e che può trasformare in parole.

Senza accorgersene Emily è accanto allo scrittoio, il pennino in una mano e l’altra a tastare un lembo di lana alla ricerca di un nodo.

racconto di Sara Valinotti, liberamente ispirato alla vita di Emily Dickinson

foto della splendida Marzia Allietta

Bonus track

Emily Dickinson, oltre a essere una delle mie scrittrici preferite, è una delle 11 autrici statunitensi che approfondisco nel mio mini corso di lettura Con gli occhi delle donne. Dopo un’edizione in libreria e una online, ho deciso che da fine mese il percorso sarà disponibile anche in e-book: per info potete scrivermi ai miei contatti.

Il primo articolo di Giardini Letterari, la rubrica di letteratura verde e gardening tips che curo con La jeune botaniste, è dedicato a uno splendido volume che ci racconta i giardini della poetessa: Emily Dickinson e i suoi giardini (L’Ippocampo). È un libro bellissimo, ve lo consiglio di cuore.

Questo libro ha inaugurato anche la nostra collaborazione con la rivista Il mio giardino: il n. 257 ospita l’articolo mio e di Clara intitolato I giardini di una poetessa.

Sui miei canali social vi parlo spesso di Emily Dickinson. Le sue poesie sono mie compagne di vita e di anima e ho letto molti libri a lei dedicati, biografie e non solo. Mi trovate principalmente qui e qui.

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