Lettura condivisa
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Il futuro è in giardino

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Come pensiamo il nostro futuro?

È senza dubbio una domanda difficile, questa: riflettere sul proprio tempo che verrà – un tempo che necessariamente si interseca con quello di chi ci sta intorno e della società in cui viviamo – è controverso, può spaventare e sicuramente lascia un alone di incertezza che le tante variabili della vita rendono impossibile quantificare.

Clara e io abbiamo dedicato questo appuntamento di Giardini Letterari a una riflessione di letteratura e natura attorno al volume Invecchiare in giardino, De senectute in Horto di Gian Lupo Osti (Ponte Alle Grazie).

Nei primi giorni di marzo, mese che per antonomasia porta sé il futuro di una bella stagione imminente, vi raccontiamo questo esile eppure ricchissimo libro di Gian Lupo Osti perché nelle sue parole si dischiudono tutta la rinascita delle piante in primavera, tutti i colori dei nuovi fiori in arrivo e una risposta sincera, essenziale, vera al quesito fondamentale di cui sopra: cosa possiamo fare del nostro futuro?

Gian Lupo Osti nacque a Napoli il 25 novembre 1920 e possiamo dire che dedicò la sua vita lavorativa all’acciaio: manager di alto livello, nell’immediato secondo dopoguerra, giovanissimo, si occupò delle trattative interne al Piano Marshall per la riqualificazione dell’industria siderurgica italiana e successivamente, rientrato in Italia dopo un periodo a New York, fece degli stabilimenti di Cornigliano e Terni due impianti all’avanguardia e in grado di occupare migliaia di persone. Poi, dopo molti anni dedicati all’economia, decise di ritirarsi dalla vita lavorativa, da una quotidianità che sentiva allontanarsi sempre di più da lui e di vivere il suo futuro in modo molto più vicino alla natura.

In Invecchiare in giardino – nato inizialmente come discorso di commiato all’Assemblea dell’International Dendrology Society, di cui Osti faceva parte da tempo – non è un testo sul ricominciare, né sul cambiare vita (tematiche di cui oggi leggiamo, forse, un po’ troppo spesso), bensì un racconto molto realistico e pragmatico di ciò che l’autore ha deciso di fare ovvero continuare la propria vita senza rimpiangere cosa ha lasciato e senza affannarsi nei confronti di ciò che sarebbe venuto. La sua posizione nei confronti della vecchiaia è certa e spiegata con una delicatezza enorme, assolutamente mai lesiva delle opinioni altrui: l’anzianità del corpo e della mente è quanto di più naturale possa accadere e così come è inutile piangere sui bei tempi della giovinezza andati, è quanto mai necessario concentrarsi sul come vivere al meglio la seconda metà della vita.

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Magnolia Yulan, foto di Sara Valinotti

Lungi da un mero sfoggio di erudizione, Osti nutre la propria riflessione di richiami alla filosofia di Epicuro ed Eraclito, dialogando con i grandi della letteratura classica e moderna, da Cicerone a Tacito, da Omero a Seneca, da Voltaire a Goethe, da Shelley a Leopardi. Miti, poesia, filosofia rappresentano la trasfigurazione poetica dei problemi reali posti dalla vita: indugiare su questi pensieri aiuta a dare alla vita senso e serenità. Per Osti, poesia e verità, poesia e scienza costituiscono l’unica piena rappresentazione dell’esistente.

Ispirandosi ai precetti degli antichi uniti alla lucidità del tempo presente l’autore ritiene che

Il primo nostro dovere è quello di coltivare noi stessi, ed è solo così che potremo fare qualcosa di buono anche per gli altri.

Spesso le riflessioni di Osti si agganciano inestricabilmente alla natura, alla sua osservazione e frequentazione. Appassionato di peonie, partecipò ad alcune spedizioni con botanici di fama internazionale nelle zone montane della Cina, dove le peonie arboree vivono ancora nel loro ambiente naturale: lo studio approfondito e appassionato lo portò a scoprirne una nuova varietà – a cui i botanici cinesi diedero il nome di Paeonia Ostii – e a ibridarne molte altre nel suo giardino sulle pendici del lago di Bolsena, vicino a Viterbo. 

L’osservazione del giardino, i semplici eppure fondamentali gesti di piantumazione di alberi, di coltivazione di semi e piante, studiati attentamente e ripetuti, corretti ove necessario, condivisi, lo resero un grande esperto di giardini, stimato e conosciuto. Nel 1986 Gian Lupo Osti fondò l’Associazione Amici dei Giardini Botanici Hanbury e per anni si dedicò al recupero di questa oasi mediterranea vicino a Ventimiglia, fino alla sua completa restituzione alla collettività; nel 2000 la Royal Horticultural Society gli assegnò (unico italiano a riceverla sinora) la Gold Veitch Memorial Medal per il suo contributo al progresso della botanica e dell’orticoltura.

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Pelosella d’alpe caucasica, foto di Sara Valinotti

L’esperienza del giardino mi ha portato a concludere che la natura ci offre la guida migliore per vivere bene, per capire gli altri e noi stessi.

Esattamente come le piante, anche gli esseri umani nascono, crescono, vivono, soffrono, si moltiplicano e muoiono: il pensiero di Gian Lupo Osti esce forte e chiaro da queste pagine – delicatamente illustrate con un progetto grafico di Giulia Voltini, di cui è anche la stupenda copertina – e arriva dritto al lettore. Coltiviamoci come coltiveremmo la rosa a cui siamo più legati, con la stessa attenzione che diamo a un prato appena seminato e con le stesse cure che riserviamo alla quercia secolare che si è ammalata. Il futuro è vita, semplicemente.

La Paeonia Ostii 

A partire dagli anni ‘70, Gianlupo Osti dedicò gran parte delle sue ricerche alle peonie arboree che crescono spontanee nel loro habitat naturale in Cina. Nel 1992 i botanici cinesi hanno dedicato a Osti il nome botanico di una specie nuova, trovata durante una delle sue numerose spedizioni. La Paeonia Ostii è una pianta molto vigorosa e di rapida crescita: è quindi molto usata per uso farmaceutico e si riproduce da seme con relativa facilità – scrive Osti. I fiori sono semplici, bianchi, talvolta con venature rosa, con disco e filamenti rossi, sono grandi e piuttosto piatti, non a coppa come in altre specie (Gian Lupo Osti, Il libro delle peonie, Allemandi, 1997).

Si tratta di una pianta rustica, che sopporta temperature basse e suoli argillosi, anche se predilige suoli drenati ed esposizione soleggiata. La fioritura è precoce, ma prolungata. Il fiore, profumato, raggiunge i 15 cm di diametro e porta una dozzina di petali (11 solitamente). Ricercata per le sue proprietà officinali, la medicina tradizionale cinese ne impiega i petali in infusione, come rimedio contro la tosse, i semi per produrre un olio curativo e le radici per le riconosciute proprietà anti infiammatorie. La Paeonia Ostii comporta tre varietà: la Paeonia Ostii var. Feng Dan Bai (Fenice bianca), la Feng Dan Fen (Fenice rosa) e la Loto davanti al sole (per approfondire https://www.centrobotanicomoutan.it/it/classificazione/peonie-osti). 

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Peonia Ostii Fenice Bianca

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Peonia Ostii Fenice Rosa

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Peonia Ostii Loto Di Fronte Al Sole

 

 

 

 

 

 

 

Nel giardino di Gian Lupo Osti, sulle colline nei pressi del lago di Bolsena, migliaia di piante e di peonie trovano ancora oggi dimora, componendo una personalissima collezione botanica. Tra gli ulivi e le piante da frutto crescono rigogliose le peonie che segnano i confini dell’orto. Nel parco, curato dagli eredi e visitabile su appuntamento, si trova anche la Magnolia Gian Lupo che Peter Smithers dedicò all’autore appassionato di botanica.

Il giardino di Gian Lupo Osti si trova in Località Cavone – Luccica, Bolsena (VT), Lazio: per informazioni potete scrivere ad aziendaagricolaosti@gmail.com. 

testi di Clara Stevanato e Sara Valinotti

Bonus track

Su Rai Play Sound c’è un podcast pazzesco: è curato da Rai Radio Tre e si chiama Vite che non sono la tua. Folli giardinieri: storie d’amore di grandi maestri del verde. Un episodio è proprio dedicato a Gian Lupo Osti!

La primavera è alle porte: leggere questo articolo vi ha fatto venire voglia di coltivare peonie? Al Vivaio Buffa ne trovate moltissime e, ovviamente, c’è anche la Paeonia Ostii.

Una passeggiata al Giardino Botanico Hanbury è sempre una meraviglia. Il giardino è alle porte di Ventimiglia, affacciato sul mare, e rappresenta la narrazione verde del clima mediterraneo marittimo e pieno di colori che allieta anima e corpo in ogni stagione.

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Gian Lupo Osti, fonte Il Giardino dei Libri

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