I colori del fiordaliso
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Miradolo, tra maestosi alberi

Panchina-Prato-Parco-Castello-Miradolo

Cerco sempre più spesso dei posti da visitare (e dove imparare) che mi mettano a contatto con la natura, soprattutto con gli alberi, le piante, i fiori.

E accade sempre più spesso che questi posti divengano i miei luoghi del cuore, spazi dove ho voglia di tornare, a cui penso ogni tanto e che mi fanno stare meravigliosamente bene.

Durante questa calda estate vorrei parlarvi di tre di questi luoghi speciali e comincio con quello che ho conosciuto per ultimo, da pochissimo.

Il castello e il parco di Miradolo si trovano a San Secondo di Pinerolo, in provincia di Torino: dal parco del castello si vedono il Monviso e la val Chisone, che si dispiega in un vasto panorama di verde e promontori.

Dal 2007 la Fondazione Cosso, nelle persone di Maria Luisa Cosso Eynard e Paola Eynard, ha ridato vita a questa dimora abbandonata, dalla storia romanzesca e dal parco secolare e meraviglioso.

L’antica costruzione, concepita come villino di campagna e successivamente rinnovata e ammodernata, vede il suo periodo di massimo splendore intorno agli anni ’20 dell’Ottocento grazie alla marchesa Maria Elisabetta Ferrero della Marmora Massel, che lì si trasferisce in seguito alle nozze e che progetta un’ingente ristrutturazione degli edifici, unita alla costruzione della citroneria, di nuovi elementi architettonici e alla progettazione del grande parco.

La villa vive, poi, alterne vicende, fino a divenire, nel corso del ‘900, un ospizio di carità in gestione a una congregazione religiosa che lo abbandona negli Anni Novanta del secolo scorso.

È dunque grazie alla Fondazione Cosso che castello e parco tornano a essere, dagli Anni Duemila, un luogo di accoglienza artistica, naturalistica e di grande rilievo per il patrimonio culturale del territorio.

Castello-Miradolo-dettaglio-porta-con-rosa

Io ci arrivo in una calda mattina di giugno, con l’obiettivo di visitare dapprima una mostra dedicata a Paolo Pejrone: chi mi conosce meglio lo sa, la mia è un’ammirazione grandissima nei confronti di questo architetto paesaggista, garden designer e giardiniere che tanto mi ha insegnato sul giardino e le piante.

Nei saloni del castello, dove spuntano soffitti affrescati dolcemente, seguo dunque il percorso di visita multimediale e mi addentro nella visione di Paolo Pejrone, tra la sua storia, il giardino di Revello e le parole, l’Abbecedario che per lui costituisce la visione d’insieme del fare e dell’essere giardino.

Poi, mi sposto all’esterno e lì comincia la vera immersione nella natura, in un parco dagli alberi secolari e dai grandi prati: gli occhi mi si trasformano in cuori e non riesco a smettere di stare col naso all’insù, perdendomi tra le chiome di quelle piante maestose.

Un percorso circolare ombroso e piacevole permette al visitatore di addentrarsi nella cosiddetta Corona Verde, un susseguirsi di alberi secolari imponenti che costituiscono una collezione di pregio davvero affascinante. Americhe, Indie, Australia, nord Europa: non vi è territorio escluso da questa bellissima collezione naturale che oggi possiamo ammirare grazie al lavoro di botanici dell’800 e del ‘900 che con grande senso di apertura al mondo portarono a Miradolo esemplari unici.

Si contano, infatti, circa 1700 alberi di diversa dimensione e datazione, 70 specie e varietà botaniche diverse, 5 alberi monumentali, un camelieto splendido e un boschetto di bambù giganti che si è acclimatato perfettamente e che accresce ogni anno la purezza dell’aria che si respira nel parco.

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Faggio a foglie lobate Fagus sylvatica L. “Aspleniifolia”

Io mi sono persa tra quei tronchi maestosi per un intero pomeriggio e stare lì mi ha fatto sentire così bene che difficilmente sono poi venuta via: ho pensato più volte a quanto sarebbe bello poterci andare ogni giorno, fermarmi su una panchina a leggere un libro – come una dama vittoriana ammaliata dal fascino del suo giardino inglese romantico.

Nel parco ci sono anche grandi prati dove sdraiarsi a guardare le stelle (eh sì, a Miradolo si guardano anche le stelle!) e un orto, il cui progetto è stato riportato meravigliosamente in un acquerello botanico di Anna Regge che vi lascio sotto: otto aiuole triangolari ruotano attorno all’antico pozzo dall’acqua gorgogliante, ospitando gli ortaggi del territorio perfettamente in equilibrio tra loro, in mezzo a fiori, pacciamatura di paglia, palizzate di sostegno ed erbe officinali.

Per chi vuole passare a Miradolo l’intera giornata c’è la Caffetteria che offre spuntini e buonissimi gelati. Il bookshop è piccolino ma rifornito di tanti bei testi a tema naturalistico e gli spazi interni non si esauriscono ai soli saloni espositivi: ci sono anche piccoli salottini e sale conferenze che molto spesso (praticamente ogni fine settimana) offrono eventi gratuiti di approfondimento culturale, presentazioni letterarie, cenacoli artistici e musicali.

Io mi sa che un salto in autunno lo faccio: chissà quanto sarà bello il parco con il suo foliage rosso e dorato.

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Acquerello botanico di Anna Regge raffigurante l’orto del Parco di Miradolo

Qualche tips per la visita

Consultate il sito della Fondazione Cosso per organizzare la vostra visita al parco e al castello di Miradolo, così sarete sempre aggiornati sugli orari e sugli eventi.

L’ingresso a Miradolo è gratuito per i possessori di Abbonamento Musei.

Il parcheggio è ampio e gratuito.

Lo sapevate che con il progetto Il Parco del Castello di Miradolo. Storia di una rinascita la Fondazione Cosso ha presentato il miglior progetto piemontese, ottavo in graduatoria nazionale, al bando del Ministero della Cultura dedicato ai parchi e ai giardini storici? I fondi NextGenerationEU che saranno stanziati serviranno ad ampliare l’offerta culturale della fondazione, con grandi progettualità da attuarsi sia sul parco che sulla dimora storica.

Trovate la Fondazione Cosso anche su Facebook e su Instagram.

Bambu-giganti-Parco-Castello-Miradolo

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