Penso a questo articolo da un po’ di tempo.
Più volte ho cominciato a scriverlo, ho cancellato tutto e ho ricominciato.
Non è una recensione, l’approfondimento su un autore o la selezione delle novità editoriali in uscita nel mese.
Stavolta si tratta di riflessioni, di mettere nero su bianco cosa significhi, per me, essere una lit blogger e quale senso abbia questo spazio online.
Quando decisi di aprire il blog era l’estate del 2017. Un’idea su cui non ho meditato molto, a dire la verità. Contattai la Ljuba, la mia web designer, di cui conoscevo già altri siti e blog del suo portfolio. Mi trovai bene con lei e prese così avvio la creazione di Blufiordaliso.
Qualcuno mi ha chiesto, in questo anno e mezzo di vita, perché ho chiamato così il mio blog.
Beh, perché il fiordaliso ha mille sfumature di blu e non solo, rispondo sempre. Esattamente come tutte le storie che qui possono trovare posto. Le storie dei libri e quelle delle persone.
È nato così Blufiordaliso, in caldi mesi di sole durante i quali io scrivevo i testi per partire, i primi messi online, vivendo giorni di quella felicità illusa che, mano a mano, nella vita ti abbandona.
Blufiordaliso è stato un literary blog fin dall’inizio: la letteratura era ed è alla base di tutto.
A questo tengo moltissimo: perché la letteratura ha mille sfumature e il mio spazio non poteva accogliere solo quelle che emergono dalle recensioni dei libri letti, come è naturale che si veda in un book blog, ad esempio.
Quando ho pensato alle pagine in cui articolare Blufiordaliso, hanno trovato spazio la lettura individuale, la lettura condivisa, la scrittura e tutti gli altri colori che la letteratura possa avere.
L’idea, all’inizio, era quella di uscire con almeno un articolo al mese.
Contestualmente all’apertura del blog, mi sono lanciata anche nel mondo dei social media, capendo di non poterne fare a meno.
Fino all’inaugurazione di Blufiordaliso non avevo mai avuto un profilo Facebook, un account Instagram e nemmeno un account su Goodreads o aNobii, le community di lettori più conosciute.
Ho deciso di cominciare gradualmente e il primo a comparire è stato Facebook.
Solo parecchio tempo dopo è arrivato Instagram e l’account Goodreads è fresco di questi giorni.
La creazione di Blufiordaliso, quindi, ha portato con sé molte novità, che gestisco quotidianamente in mezzo a moltissime altre cose.
Il primo anno di vita
Ecco, proprio a causa di tutto il resto del mondo intorno a me, il primo periodo di vita di Blufiordaliso non è stato glorioso. Riuscivo a dedicarci pochissimo tempo, faticavo a trovare lo spazio mentale per lavorare a un nuovo articolo, la mia presenza sui social era poca.
È passato in questo modo quasi un anno.
Prima di trovare un equilibrio, sebbene precario. Prima di iniziare a studiare un po’ il settore blogging e social media. Prima che nuovi articoli venissero alla luce.
Molti mesi durante i quali mi sono dedicata ad altro e, soprattutto, agli altri.
Poi qualcosa è scattato e ho ritrovato su Blufiordaliso lo spazio tutto mio che desideravo fin dall’inizio.
Ho ricominciato a scrivere nuovi articoli, partendo dalle novità editoriali, una personale scelta di letture in arrivo sugli scaffali che continuo a pubblicare all’inizio di ogni mese nella sezione Lettura condivisa.
Sono stata contattata da Irene, la poetessa di Ritenzione lirica, che mi ha proposto una collaborazione, perché Blufiordaliso le piaceva. Sono nati così gli articoli condivisi che pubblichiamo il terzo giovedì di ogni mese, scritti a quattro mani, con una parte di prosa che seguo io e il bellissimo contributo poetico a cura di Irene.
Ho cominciato a contattare le case editrici, a tenere una rubrica con i contatti degli uffici stampa e delle persone di riferimento per ogni realtà. Mi sono iscritta a quantità considerevole di newsletter. E non ho mai smesso di documentarmi e studiare.
Poi?
Ho continuato così, a piccoli passi.
Settimana dopo settimana, scrivendo la sera e durante il week end.
Continuando a incastrare il blog in mezzo a decine di altre cose (e non sto scherzando): se non avessi avuto la mia agenda a costante portata di mano sarei impazzita, probabilmente.
Per carità, nulla di che, forse, visto da fuori. La mia vita, in fondo, è una comunissima vita ordinaria. Solo che i pezzi da incastrare erano davvero tanti: lavoro, famiglia, vita privata, amici, salute, tempo libero. Le giornate non bastavano mai, era una continua rincorsa, senza mai un minuto a disposizione.
Nonostante tutto, però, il tempo che avevo deciso di dedicare a Blufiordaliso era programmato e non volevo rinunciarci.
Ho cominciato a studiare nozioni e cercato consigli sul mondo del blogging. Ho imparato qual è la differenza tra piano editoriale e calendario editoriale e continuo ad aggiornare entrambi periodicamente.
Mi sono dedicata ai social, affinando strumenti e cercando di avvicinarmi a dinamiche a me del tutto sconosciute.
Ora sulla pagina Facebook e sull’account Instagram escono contenuti che, come è naturale che sia, sul blog non pubblico. Ci sono rubriche settimanali. Notizie che circolano, stories che nascono e muoiono nelle loro 24 ore di vita.
Contestualmente, non ho mai smesso di leggere.
I libri, la lettura, la letteratura italiana e internazionale sono il cuore pulsante di Blufiordaliso.
E anche il mio.
Nel mese di novembre 2018 sono usciti due nuovi libri dei miei autori preferiti: prima Vincoli di Kent Haruf per NN Editore; poi Vergogna di Annie Ernaux per L’Orma Editore.
Ho seguito il loro lancio. Ho aspettato con trepidante attesa di poter stringere tra le dita queste nuove pagine.
Ho contattato le case editrici e con NN Editore, ad esempio, grazie a Chiara e ad Alberto, il Gruppo di Lettura Adulti di Bufò, di cui sono la referente, ha potuto conoscere Fabio Cremonesi, il traduttore di tutta l’opera di Kent Haruf in Italia.
Le soddisfazioni non sono mancate. Le emozioni, quelle belle, neppure.
E adesso?
Sono qui, a scrivere questo articolo.
Arrivo da un periodo di grande riflessione, l’ho scritto anche prima.
Periodo che, nella sua ultima parte, è coinciso anche con alcune settimane di malessere.
La malattia mi ha costretta a stare a casa. A fermarmi. Ad avere tempo per pensare.
Il mio corpo, evidentemente, ha detto Basta, ora stacchi un momento. Lo stava dicendo da mesi, in realtà, ma avevo fatto finta di non sentirlo, cercando di tenerlo a bada con soluzioni tampone che, a un certo punto, pare non gli siano più piaciute.
In questi giorni di stop ho dovuto trovare un altro equilibrio con gli oggetti, con me stessa, con la vita. Mi sono riappropriata dei miei spazi fisici, di casa mia.
È una sensazione strana da descrivere. In queste stanze mi sono sentita a casa fin dalla prima volta che le ho viste. Sono state una parte di me da subito. Eppure, frequentandole poco, avevo perso la mia affinità con loro, con i colori delle pareti, i contenuti degli armadi, i quadri e le fotografie. C’erano cose che sostavano nei cassetti e sugli scaffali, ma che non dovevano essere lì. Piano piano, quando il corpo me lo consentiva, ho fatto pulizia, ho lasciato andare tutto quello che proprio non ce la faceva più o non c’entrava più niente con me.
E ho capito (stupida a non averlo fatto prima!) che un rinnovato equilibrio, forse, può fare bene anche a me.
(In realtà sono sicura che sia così, il forse è soltanto un gesto di timidezza che temo non mi abbandonerà mai.)
Ho capito, infine, cosa voglio veramente scrivere in questo articolo.
Blufiordaliso
Voglio dirvi che Blufiordaliso è uno spazio a cui tengo tantissimo. Perché è nato da me. Perché attraverso lui posso comunicare con tutto l’etere di qualcosa che amo: la lettura.
Perché io ci credo nel suo potere salvifico. Ci ho sempre creduto, sin da quando i libri sono diventati parte fondante della mia vita, ovvero da quando ho iniziato a leggere.
Su Blufiordaliso continuerò a scrivere di lettura individuale (quella che facciamo con noi stessi, a cui non rinunceremo mai), di lettura condivisa (quella che facciamo nei gruppi di lettura, perché la lettura è anche un atto sociale), di scrittura e di tutte le sfumature che, osservando un fiordaliso, possono venirci in mente.
Starò qui (e sui social media collegati) con i tempi e i modi che vorrò, mettendoci sempre tutta la passione e la competenza di cui sarò capace.
E non importa se questo continuerà a essere un piccolo spazio nell’universo dei lit blog.
È il mio. È ciò che riesco a creare con le mie sole forze, giorno dopo giorno.
Non diventerò mai una blogger tra le più seguite in Italia; non sarò mai una influencer in grado di spostare l’opinione delle masse; i libri di cui parlerò venderanno da soli, perché sono degli ottimi prodotti editoriali e perché gli autori, gli editori, gli editor, i correttori di bozze, gli uffici stampa e tutti coloro che lavorano in questa variopinta filiera hanno fatto il loro lavoro con meticolosità e passione.
Continuerò a scrivere qui con la stessa caparbietà e, mi auguro, sempre maggiori stimoli, perché sono convinta che parlare di lettura sia sempre cosa buona e perché, viceversa, non penso che le mie parole possano nuocere in una realtà già tristemente compromessa come un’Italia/Europa/Mondo in cui ci troviamo a vivere in questo istante.
Andrò avanti per la mia strada, insomma. Tenendomi lontana dai meccanismi che non mi piacciono e mantenendo la rotta sul mio stile e miei princìpi.
Comprerò i libri, come ho sempre fatto, finché potrò: riconosco di essere bibliofila e anche bibliomane, quindi rinunciare all’oggetto libro mi è praticamente impossibile. Ho sempre risparmiato per poter avere i libri e continuerò a farlo.
E se la situazione dovesse mettersi male, ci saranno pur sempre le biblioteche.
Gli editori non mi regalano libri. Di cartacei non ne ho mai ricevuti.
Talvolta, via mail, arriva la copia staffetta di qualche romanzo, sempre pochissimi rispetto al numero di libri che leggo e, spesso, lontani dai miei desideri di lettura di quel momento.
Ma non importa: non voglio essere obbligata in alcun modo. Non lavoro per le case editrici (anche se mi piacerebbe), non sono una lettrice editoriale e non percepisco alcun compenso per ciò che pubblico sul blog o sui social. In questo momento, economicamente parlando, il blog è puro costo per me. Un costo che posso sopportare perché ho deciso che qualcosa di bello nella vita deve pur esserci: c’è chi esce tutti i fine settimana e mangia fuori, chi va a sciare, chi compra abbigliamento firmato e chi ha un blog.
Continuo a leggere ciò che scelgo, a scrivere di ciò che mi pare e quando mi sembra giusto.
Perché sono una lettrice e mi sto formando per esserlo in un modo sempre più consapevole.
Leggere è lo strumento attraverso il quale posso vivere i gruppi di lettura, ad esempio. Leggere è lo strumento con cui potrò approcciarmi alla vita attraverso una visione libroterapica umanistica, ciò che sto studiando adesso.
La cosa importante, per me, è leggere. E continuare a crescere come lettrice.
Anche qui, su Blufiordaliso. Con voi.