Tornare anche in questo mese di maggio con l’ormai tradizionale articolo dedicato alla rosa è un balsamo per il cuore durante una primavera che qui stenta a decollare.
Piogge monsoniche si susseguono pressoché ogni sera da due mesi e le rose del mio giardino brillano di un verde raro a vedersi, ma a fare le spese di tutta quest’acqua sono ovviamente i fiori, appesantiti e prostrati.
Mentre vi scrivo, all’imbrunire di una giornata passata a scostarsi di dosso tutta l’acqua della notte prima, le rose fanno capolino dalle mie finestre: alzare lo sguardo dal pc e vederle lì fuori è uno dei momenti più belli dell’anno.
Della mia personale storia di rodofila (ovvero di persona che ama le rose) vi ho scritto due primavere fa e lo scorso maggio, invece, vi ho consigliato molti libri che hanno a che fare con le rose (romanzi, saggi, libri fotografici). Stavolta voglio concentrarmi su un solo libro, ricchissimo e pieno di informazioni per chi desideri saperne di più sulla rosa: Non solo rose. Storia culturale di un fiore di Simon Morley.
Uscito nel 2022 per Solferino, questo libro affronta la lunghissima storia della rosa sotto molteplici punti di vista, cercando di raccontare con fonti storiche, filosofiche, di costume e sociologiche l’evoluzione di una pianta che racchiude in sé molti significati.
Simon Morley – artista, storico dell’arte, appassionato giardiniere e rodologo (cioè studioso delle rose) – narra attraverso queste pagine il viaggio che la rosa compie con il genere umano fin dall’antichità, sviscerando capitolo dopo capitolo i poteri, le accezioni, le tradizioni, gli usi e il suo enorme percorso botanico nella Storia.
Quando nel 1980 Umberto Eco, filosofo e scrittore, pubblicò il celeberrimo Il nome della rosa, era pienamente consapevole che un titolo simile avrebbe dato adito a uno stuolo infinito di interpretazioni. Nel postscriptum Eco osserva che il termine «rosa» evoca una moltitudine di significati tale da «disorientare il lettore, che si ritrova impossibilitato a scegliere una sola interpretazione».
La rosa, a pensarci bene, è proprio questo: complessità.
È una pianta, un fiore, un colore, un nome di donna. L’essere umano è abituato a vederla in natura da millenni. È simbolo di amore, di passione carnale e mistica, ma anche di purezza ed eleganza. Viene utilizzata in cosmesi, in erboristeria e nelle discipline olistiche da sempre. Il suo profumo può inebriare, ispirare canzoni, opere d’arte, racconti. La sua coltivazione è in continua evoluzione da secoli, generando tutt’oggi un business mondiale di notevole importanza.
Questi e molti altri sono i nodi affrontati in Non solo rose da Morley, che qui scrive da vero appassionato che ha ceduto totalmente al fascino della rosa, fino al punto da dedicarle anni di ricerche e studi per tentare di afferrare il segreto della sua evanescente eppure potente bellezza: lo capisco molto bene, anche io sono soggiogata dallo stesso fascino.
Ecco, allora, che avvistiamo la rosa nelle pianure babilonesi, nei giardini greci e romani, nelle corti della Cina antica. La vediamo viaggiare per i mari con la Compagnia delle Indie e arrivare a giardinieri inglesi e francesi sconcertati dal fascino di nuove varietà dai colori e dai profumi mai visti. Seguiamo le ibridazioni più sofisticate nei giardini di Malmaison e scopriamo le varietà americane, indiane, cinesi. Con i giardinieri più famosi arriviamo fino ai giorni nostri e agli ibridi di tea che siamo abituati a vedere nei giardini contemporanei, profumati, rifiorenti e dai grandi fiori.
Ma la rosa è anche un percorso nelle religioni – politeistiche e monoteistiche, tra paganesimo e cristianesimo. È la rappresentazione tangibile del grande e irrisolto quesito che è il misticismo. La vediamo raffigurata spesso insieme alla Madonna; osservare come viene rappresentata nella pittura, ad esempio, equivale a studiare la storia dell’arte dai murali ritrovati negli scavi di Pompei fino agli amati impressionisti e oltre. Osserviamo e studiamo varietà ormai estinte attraverso l’arte:
Per trovare la massima accuratezza dobbiamo guardare a un genere artistico il cui scopo principale non era estetico né simbolico, bensì sostanzialmente utilitaristico: il disegno botanico. (…) È la raffigurazione particolareggiata di una pianta e prima dell’invenzione della fotografia ne era l’unica modalità di registrazione visiva. Per questo motivo il disegno botanico è spesso accompagnato da didascalie che contribuiscono all’identificazione del soggetto ritratto.
La rosa è il fiore dei matrimoni e dei funerali, dei profumi e della casa, dei soldati e dei poeti.
Cresce in giardini formali e informali, romantici e rinascimentali, occidentali e orientali.
Per me, rimane il fiore più affascinante che ci sia. Tutto il suo mistero non riuscirò mai a carpirlo davvero.
Simon Morley con Non solo rose mi ha dato una grandissima mano, ma il bello sta proprio lì: vedere ogni, giorno, fuori dalla finestra, piante e fiori che in ogni foglia, spina o petalo racchiudono una storia millenaria piena di segreti.
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Bonus Tracks
Nel mio giardino ci sono soprattutto rose antiche e rose inglesi: acquisto le prime da Maurizio Feletig e le seconde da Vivai Pozzo. Entrambe queste realtà sono meravigliose ed effettuano spedizioni attente e accurate in tutta Italia.
La rosa è presente non soltanto in giardino, ma in tutta la mia quotidianità: adoro i tessuti che la rappresentano, soprattutto quando riesco a inserirli nello stile cottage di casa mia. Quando stiro utilizzo l’Acqua Floreale di rosa antica di Le Lunatiche. Ho un paio di orecchini nati da una vecchia ceramica inglese e trasformati in monili di rosa dalla splendida Speranza di Imperfettacomeme. Uno scaffale della mia biblioteca è dedicato interamente ai libri che parlano di rose e nei mercatini cerco i testi fuori catalogo e introvabili. Raccolgo i petali e li faccio essiccare: d’inverno sono il dolce ricordo della primavera passata.
A proposito di rosa e cosmesi, ecco un video di Matilda Morri a proposito di profumi.
Esattamente come cerco di spiare quale libro leggono le persone sui mezzi pubblici, cerco la rosa in ogni opera d’arte che mi capiti di vedere e di rose è ricchissimo il nuovo allestimento della Collezione di pittura fiamminga e olandese del Principe Eugenio di Savoia Soissons, alla Galleria Sabauda dei Musei Reali di Torino: la Madonna della Rosa di Giovanni Battista Salvi è meravigliosa.