Anche questa volta è arrivato il momento di salutare gli ultimi 365 giorni (anzi, 364) appena passati: non sono una che va matta per san Silvestro o per il Capodanno (come per tutte le festività, del resto…), ma devo ammettere che trovarmi qui e mettere sulla pagina ciò che è stato mi aiuta a fare mente locale sull’anno appena trascorso e a mettere una specie di punto, soprattutto alle situazioni più difficili.
Finire un calendario e iniziarne un altro, insomma, è la seconda possibilità di tutti, è la svolta che, nell’arco di una notte, ha il potere magico della rinascita che ciascuno, in cuor suo, desidera.
Nei passati articoli di fine anno apparsi su Blufiordaliso ero solita scrivervi il listone dei libri letti, un lungo elenco di titoli che in molti avete sempre seguito (e per questo vi sono grata) e in cui ripercorrevo tutte le pagine che in un anno le mie dita avevano girato, una dopo l’altra.
Questa volta, invece, al termine di un anno molto complicato, vorrei fare una cosa diversa e i motivi sono principalmente due: il primo, più prosaico, è che la listona delle mie letture – che tengo su un quaderno, divisa per mesi, da tempi immemori – è arenata all’estate e tutti i libri dell’autunno e del recente inverno devono ancora essere inventariati; il secondo motivo, invece, è legato al lavoro di recupero della memoria, di ciò che è stato negli ultimi 365 giorni e che io, presa dalla frenesia quotidiana, tendo a dimenticare.
Degli aspetti più personali della vita farò un listone a parte, privato, mentre qui vorrei condividere con voi non soltanto i libri, ma anche altro di ciò che di bello ho visto e vissuto nel 2022.
Cominciamo dai libri
e allora ecco i best of 2022:
La carrozza della santa di Cristina Cassar Scalia, perché ogni libro di Cristina Cassar Scalia sarà sempre tra i miei best.
Emily Dickinson e i suoi giardini di Marta McDowell, perché racchiude tra le sue pagine il fascino che soltanto le poesie e i giardini sanno trasmettermi.
Andare per orti botanici di A. Viola e M. Speciale, perché ho fatto un giro degli orti botanici italiani una pagina dopo l’altra (e perché mi ha tenuto compagnia durante i giorni di confinamento per covid).
Botanica di Stefano Mancuso, per tutto ciò che ho imparato, ovvero tantissimo.
Sulle tracce di una rosa perduta di Andrea di Robilant, perché è un viaggio pazzesco nel mondo delle rose, un romanzo storico e di famiglia insieme.
Big disappointment: La libraia che salvò i libri di Kerri Maher, perché ci casco sempre quando vedo libri che parlano di libri.
Le serie tv
del 2022 sono state parecchie e molte saranno anche quelle del 2023 (sono dipendente dalle storie, ecco tutto, e le serie tv sono un po’ come i libri: quando mi acchiappano, non c’è capitolo o episodio che tenga). Ecco le più belle viste quest’anno:
Mare fuori, senza dubbio al primo posto. Mi ha presa e trascinata via – io e il mio mondo dorato, prendendomi anche a schiaffi. Ma con storie come questa si è costretti a confrontarsi con le vite degli altri, per quanto diverse possano essere.
Heartstopper, per la delicatezza e la semplicità: così dovrebbe essere, sempre.
La quarta stagione di Virgin River e la seconda stagione di Il colore delle magnolie, perché dopo Mare fuori ho avuto bisogno di decomprimere e quanto mi fanno stare bene queste serie americane dove la gente tendenzialmente si vuole abbastanza bene e le tipe sono sempre vestite come vorrei vestirmi io, ma non ce la faccio mai.
La stagione conclusiva (?) di Skam Italia, perché tornare adolescenti ogni tanto è inevitabile.
La terza stagione di Emily in Paris, appena terminata, perché è inevitabile se c’è Parigi.
Big disappointments: la quinta stagione di The Crown (dov’è il finale?) e Inventing Anna (dove sta il senso?).
Il blog
quest’anno ha decisamente ripreso vita (una delle poche cose belle accadute nel 2022) e mi sono divertita molto a scrivere e a riscoprire il fascino di andare online con qualcosa prodotto da me (e non solo). I due articoli usciti su Blufiordaliso che più mi sono rimasti nel cuore sono Il racconto delle rose, in cui vi scrivo di come mi sono innamorata di queste piante e del loro mondo, e Una poetessa e il suo giardino, l’articolo che ha dato l’avvio alla rubrica Giardini Letterari, che condivido con Clara e che ci sta dando tante soddisfazioni.
I posti in cui sono stata
durante questi 365 giorni sono stati parecchi e io sono sempre grata quando mi guardo indietro e vedo che tanti piccoli pezzi di mondo sono entrati a far parte di me. Nel 2022 non sono andata all’estero (se si esclude una piccola gita a Briançon), ma le mete italiane sono state super interessanti:
i Rolli di primavera mi hanno fatto scoprire una Genova che non conoscevo: vi consiglio di approfittare di questa iniziativa periodica che permette di visitare gratuitamente molti posti della città.
Verona e il suo centro storico sono stati la meravigliosa cornice del concerto di Luciano Ligabue all’Arena dello scorso 1° ottobre: che atmosfera pazzesca.
Milano e le sue Gallerie d’Italia sono l’occasione giusta per una gita domenicale: la mostra dedicata al Grand Tour e una passeggiata sui Navigli hanno allietato anima e corpo.
E che dire della sempre magica Torino? Ho la fortuna di averla a due passi da casa e ogni angolo è sempre una rivelazione. Quest’anno sono tornata al Museo Egizio dopo tanto tempo; ho visitato per la prima volta la Pinacoteca Albertina; sono stata due volte al Museo Accorsi Ometto, perché tutte le sue ricchezze meritano più di una visita. Mi ci perdo, per Torino. Scopro viuzze di cui prima non sapevo l’esistenza; ascolto sempre una coppia che in piazza Castello suona i brani di Ludovico Einaudi; mi lascio rapire dalla bellezza dei corridoi di Palazzo Madama.
Le esperienze
belle e brutte, nel 2022 sono state tante. Tra le più belle, iniziare l’avventura di Giardini Letterari con Clara: i nostri articoli condivisi mi permettono di approfondire ogni mese un libro di letteratura verde e di acquisire sempre tante nuove competenze con i suoi gardening tips.
Poi c’è il grande, magico mondo delle rose: quest’anno ho iniziato il mio vero approfondimento in materia, piantumando in giardino nuovi esemplari e dando così vita a un piccolo roseto inserito nel mio cottage garden; ho frequentato il corso di Maurizio Feletig dedicato alla loro moltiplicazione; ho fatto un radicale modifica al giardino antistante casa rendendo le rose inglesi protagoniste.
Le cose belle compensano le brutte, io ragiono un po’ così: e allora in questi 365 giorni ho salutato per sempre un tot di persone care, ho avuto il covid, ho passato il recente Natale senza la mia (acciaccata) famiglia. Ho fatto innumerevoli visite mediche e sono ufficialmente entrata nel club degli ipertesi, alla veneranda età di trentaquattro anni.
Insomma: non stupitevi se la domenica mattina mi alzo presto e raggiungo un bel posto dove fare una passeggiata o sedermi, semplicemente, a contemplare la calma. Durante la settimana la perdo totalmente, la quiete, e ogni tanto devo impormi di ritrovarla.
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Il mio augurio per il 2023 – che rivolgo a voi, ma anche a me stessa – è dunque quello di ritrovarsi, di perdersi di meno tra le vicissitudini della vita e di conservare ben stretto quel nucleo che ognuno di noi, dentro di sé, custodisce. Il mio augurio è di andare incontro a un nuovo anno sorridendo e sorridendosi, senza mai perdere il potere della gentilezza e dell’impegno (personale, sociale, lavorativo). Penso che soltanto così riusciremo a cavarcela tra le mille mila traversie che sempre ci troveremo ad affrontare. Auguri e buon 2023!
Last but not least
Annie Ernaux ha vinto il Nobel! Qui vi descrivo ampiamente come il mio cuore sia scoppiato di gioia.
Piero Angela, Luca Serianni e la regina Elisabetta penso rimarranno sempre nei nostri cuori.
Il 2022 è stato anche l’anno dei fiordalisi e delle porcellane: che ci posso fare, ho una passione per questi piccoli, deliziosi fiori blu, specialmente quando sono i decori di una teiera.
La montagna e la lavanda sono le certezze incrollabili delle mie estati, 2022 compresa.